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Una visione integrata per le nuove priorità globali: il paradigma One Digital Health

La Sanità Digitale (o Digital Health) raccoglie l’eredità del paradigm shift affermatosi con l’introduzione del concetto di electronic healthcare (o eHealth) all’inizio del nuovo millennio, e confluito in una fase successiva in quello di connected healthcare. Si tratta di una disciplina che sorge al crocevia tra competenze ingegneristiche (in special modo informatiche) e mediche (collegate alle sfere dell’health e del wellbeing), volta a perseguire risultati innovativi in termini di integrazione tra tecnologie digitali per rafforzare aspetti di efficienza, precisione e personalizzazione nel più vasto ecosistema di salute. La presenza pervasiva della Digital Health nella vita quotidiana è evidente per il paziente in medicina umana: basti pensare all’aumento dell’incidenza di patologie croniche dovute all’invecchiamento della popolazione, che – anche a causa dell’impatto della pandemia da Covid-19 – hanno condotto ad un’impennata nella progettazione e commercializzazione di app e di sensori indossabili, per il monitoraggio a distanza delle condizioni di salute. Uno sviluppo meno marcato ha investito il campo medico veterinario.
Il concetto di One Health, dall’altra parte, evoca l’integrazione di tutte le discipline che hanno come filo conduttore la sfera della sanità umana e quella animale, la cui reciproca interazione acquisisce a sua volta più profondo significato all’interno di un omnicomprensivo ecosistema di salute globale. Fare ricerca in ambito One Health significa chiamare a una stretta collaborazione figure professionali eterogenee (medici, veterinari, zoonomi, biologi, esperti in materia di ambiente e territorio) per far fronte a problematiche come l’antibiotico-resistenza o le future pandemie.

di Oscar Tamburis

Nasce da entrambi i contesti la spinta verso un rapido sviluppo delle conoscenze scientifiche di base, un’accelerazione della ricerca in campo biomedico e un rafforzamento dell’efficacia del settore della sanità pubblica, così come verso concreti passi in avanti in termini di educazione alla salute e conquista di un ruolo più attivo e centrale (empowerment) da parte del cittadino/paziente. Emerge la necessità di un punto di vista unico, capace di integrare a livello interdisciplinare la prospettiva dell’informatica medica (con tutte le sue derive legate al mondo del data science) con l’approccio sistemico alle scienze della vita e della salute (dell’uomo, dell’animale, dell’ambiente). Occorre, inoltre, fornire il necessario humus per una collaborazione tra le due Health communities che, operando in maniera sistemica sulla triade tecnologia/medicina/ambiente, impatti sulla dimensione del paziente (indipendentemente dalla sua natura).
Sotto l’aspetto ontologico, il paradigma della One Digital Health, denominato ODH “Steering Wheel”, si compone di tre livelli tra di loro intrecciati (due chiavi abilitanti, tre prospettive, cinque dimensioni), cui si aggiunge il fattore tecnologia quale elemento catalizzatore.

Al di là delle due chiavi abilitanti, le tre prospettive – Individual Health Care and Wellbeing, Population and Society, Innovative Ecosystem – guardano alle modalità attraverso cui il concetto di “individuo” viene a identificarsi all’interno del concetto di “popolazione”, come questa impatta ed interagisce con l’ambiente circostante, e come quest’ultimo si comporta e reagisce di conseguenza. Le cinque prospettive traducono infine la necessità di acquisire in maniera continua e sistematica, attraverso l’impiego di tecnologie digitali, dei dati che siano non solo big, ma anche smart e multidimensionali.

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